IL CAMPANILE DI SEDICO
Le prime notizie relative alla torre campanaria risalgono al 1602; nel verbale di visita del vescovo Alvise Lollino alla parrocchia di Sedico si trova scritto che la torre sorgeva a ovest della chiesa ed aveva due campane benedette.
Nel 1609 il parroco Tiberio Zuppani informò il vescovo che la sua cuspide era crollata causa il maltempo e lui aveva dato disposioni per rifarla subito. Però nel 1613 si trova scritto che la cuspide è tozza (quindi mal ricostruita).
Nel 1642, in relazione alla visita pastorale a Sedico del vescovo Tommaso Malloni, il suo cancelliere scrive: "Di fronte all'altar maggiore si è iniziata la costruzione di una torre campanaria, che circa due anni fa cadde improvvisamente, trascinando con sé rovinosamente il tetto della chiesa". È l'attuale campanile.
Nel 1668 troviamo scritto che le campane erano tre.
Nel 1861 crollò una parte del campanile e due campane (la piccola e la grande) si ruppero: il parroco Nicolò Bettio le fece rifondere tutte e tre.
Nel 1910 le campane erano quattro. Durante il periodo dell'occupazione tedesca, il campanile subì gravi danni, mentre le campane, fatte a pezzi, furono asportate dagli invasori (nel 1918) in quanto il bronzo serviva per fabbricare nuovi cannoni.
Nel 1919, con pezzi (del peso complessivo di oltre un quintale e mezzo) delle campane, recuperati nel 1918 dai bambini durante la loro distruzione e portati a casa, venne fusa una campana (l'unica) che per tre anni chiamò i fedeli alle sacre funzioni.
Nel 1921, a spese dello Stato, non solo si ripararono i danni, ma si fecero anche radicali lavori di restauro.
Nel 1922 furono, a spese dello Stato, consegnate tre nuove campane (le attuali).
Nel 1948 si rifece il castello alle campane e qualche anno dopo, a spese del Comune di Sedico, fu sostituito l'antico orologio con uno nuovo in quanto il campanile, con un orologio pubblico, fungeva anche da torre civica.
Nel 1955, demolita la chiesa a cui si era appoggiato per circa 200 anni e constatato che non aveva quasi fondamenta, fu necessario rinforzare il campanile, fino all'altezza di oltre otto metri, con uno zoccolo: il lavoro, realizzato nel 1957, durò circa due mesi. Per due anni quindi non si pote' suonare le campane.
Nel 1960 vennero eseguiti dei lavori all'interno del campanile per elettrificare le campane. Il 29 giugno 1973 (festa di San Pietro e Paolo) durante un furioso temporale, nel primo pomeriggio, un fulmine si abbatte' sul campanile incendiando il sottotetto, interamente di legno, della cupola rovinando gravemente anche l'impianto elettrico delle campane. Per spegnere l'incendio fu necessario l'intervento dei pompieri. Le spese, per le riparazioni, furono ingenti.
Nel 1987, poiché si staccavano dei pezzi dal campanile, si rese necessario un totale restauro (forse il primo dalla costruzione) della sua muratura esterna. Per far ciò, venne posto in opera un ponteggio che lo ingabbiava tutto fin sulla cuspide. La spesa ammonto' ad oltre 48 milioni di lire.
Il campanile è alto, dalla base alla palla con cui termina il pinnacolo sommitale, circa 35 metri; la cupola (probabilmente settecentesca come molte altre della zona) è alta circa metri 2,30; il tamburo (sopra la cella campanaria) è alto circa 4 metri.
La lapide murata sul basamento non c'entra niente col campanile: ricorda infatti il completamento dei lavori dell'ultima chiesa (consacrata nel 1754 e demolita nel 1955) cui esso si appoggiava.
Ricerca, studio e foto a cura di Gianni De Vecchi
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